La relazione con la mamma è tra le più significative della tua esistenza ma quel cordone ombelicale che ti ha alimentato quando e come va tagliato?
Siamo tutti concordi nell’affermare che le informazioni scambiate nella vita intrauterina e il vissuto con la mamma all’esterno, condizionano sicuramente il bambino che si approccia a questa vita. Ciò in cui non siamo tutti concordi è quando, e come, il “cordone ombelicale energetico” si stacca e il “bambino” smette di essere dipendente dalla sua mamma.
IL “CORDONE”
Il “cordone energetico” con la mamma è un legame subdolo, può esserci in un rapporto sia apparentemente bellissimo o, al contrario, bruttissimo, può esserci a distanza o in vicinanza, può esserci la volontà, più o meno, da parte della mamma al distacco o no: tutto ciò non è determinante. Ciò che determina l’esistenza di un “cordone” è la presenza dentro di te di ricatti affettivi, di sensi di colpa, di costrizioni, di aspettative, di insoddisfazione, di infelicità. Il “cordone” ti tiene ancora dentro il suo “utero” limitandoti e storpiandoti la tua vita affettiva e relazionale. Puoi essere uscito/a di casa precocemente, puoi essere da anni indipendente economicamente, puoi saperti stirare le camicie o no, potresti avere anche dei figli, potresti avere 60 anni o 20, tua mamma può essere già nell’aldilà o in vita, tutto ciò non conta: il “cordone” bambino/a – mamma può esserci comunque.
IL TAGLIO
Io, il VERO taglio del “cordone” l’ho fatto tardi, quando mia mamma era ormai giunta, quasi, alla fine della sua vita, anche se credevo di averlo già fatto decenni prima ma, purtroppo, non era come pensavo. Nel tentativo di tagliare questo nocivo “cordone” puoi, come facevo io, cercare di evitarla, di ignorarla, di escluderla dalla tua vita e osteggiarla, criticarla, rivendicando a spada tratta la tua autonomia fino a farne una crociata di liberazione ma non è così che veramente riuscirai a tagliare il “cordone”. Il famoso taglio del “cordone” non avviene con la forza, non avviene con il distacco violento, anzi così facendo si rafforza, si inspessisce e lo rendi invisibile. Il modo è un altro: avviene naturalmente e spontaneamente quando invece di allontanarsi con rabbia ci si avvicina con amore.
Avviene quando tu, come c’è scritto nella Bibbia, “onori il padre e la madre, per essere felice”. Il concetto di “onore” esplica chiaramente la riconoscenza, il valore che loro e, soprattutto tua mamma, ha avuto nella tua vita, un ruolo importantissimo: ti ha fatto nascere, ti ha fatto crescere, ti ha accudito per molti anni. Il perdono va dato indipendentemente che il genitore lo meriti o no, indipendentemente dalle violenze che potresti aver subito, al di là degli errori che tua mamma può aver commesso, merita onore indipendentemente da tutta la sofferenza che ti può aver provocato volutamente o no. Il perdono, però, nasce prima dalla comprensione e, poi, dalla compassione per chi ha fatto quello che ha potuto, come ha potuto, per quello che era, in quanto figlia del suo passato, impregnata dalla sua natura e dall’educazione che ha ricevuto.
Quel “cordone”, così tanto famigerato, si dissolve per sempre quando tu, ormai adulto/a in piena facoltà di esercitare il tuo libero arbitrio, ti assumi la responsabilità delle tue azioni, delle tue parole, della tua vita in toto invece di dare la colpa ai tuoi genitori o alle vite passate o al collegio o a quant’altro. Il “cordone” si dissolve quando tu ti guardi dentro senza edulcoranti, senza specchi fatati che riflettono un’immagine di te ritoccata e, con onestà e coraggio, ti assumi completamente la responsabilità di ciò che sei e di ciò che hai. Si, proprio così, quel “cordone” si taglia facilmente con l’amore, con la riconoscenza, con il perdono, con la responsabilità. Per dirlo in poche parole, il “cordone” scompare quando si diventa VERAMENTE ADULTI.
Ti onoro mamma, grazie a te e a tutte le mamme.
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